La cottura dei cibi


I vegetali,  
dopo la cottura, si presentano di un colore più scuro, mentre altri tendono ad ingiallire.
Succede infatti che l'innalzamento di temperatura e l'ossigeno alterano la struttura delle molecole colorate in essi presenti. Se l'acqua è dura (ossia ricca di calcare), il colore varia ancora di più: il bianco diventa giallo, il verde bruno ed il giallo e rosso si scuriscono. Per limitare tali cambiamenti, che investono anche le vitamine contenute nei vegetali, bisognerebbe cuocerli in pochissima acqua, o meglio, a vapore. Anche l'uso del forno a microonde, sebbene richieda una certa accortezza, può essere consigliabile. In linea di massima, meno dura il trattamento termico, minori sono le alterazioni dei vegetali. La presenza di odori o sapori sgradevoli nei cibi cotti può essere causata, ad esempio, dall'uso di pentole che non siano di acciaio inossidabile, ma, ad esempio, di rame o alluminio. La cottura di cibi acidi in pentole formate da metalli che reagiscono con gli acidi organici del cibo può, a volte, essere molto pericolosa.

I tuberi ed i legumi,  
al contrario di quelli a foglia, che vogliono poca cottura, devono essere sempre ben cotti, altrimenti restano poco digeribili.

Le patate  
vanno lessate con la buccia ed in acqua non salata, allo scopo di conservare il loro contenuto di sali minerali.

Le cipolle, l'aglio ed i porri,  
ricchi di sostanze solforate, vanno tagliuzzati finemente e cotti a lungo, in modo che tali sostanze evaporino.

I vegetali a fiori, 
come broccoli, broccoletti e cavolfiori, al contrario, vanno cotti per poco tempo, in quanto le sostanze solforate in essi contenuti si decompongono peggiorandone il sapore.

La pasta,  
durante la cottura, specie se non è di grano duro, perde progressivamente amido, che passa nell'acqua di cottura rendendola collosa.

Il riso,  
se raffinato, non ha protezioni contro la perdita di amido, che può essere contrastata aggiungendo un pco di aceto all'acqua di cottura.

Le carni
se lessate in presenza di un poco di aceto nell'acqua di cottura, conservano meglio il loro sapore, a patto che noi non volessimo fare un buon brodo, nel qual caso conviene mettere la carne in acqua fredda e non aggiungere aceto.
In generale la cottura agisce sulla carne sia coagulando e indurendo le fibre muscolari, che decomponendo le dure fibre di connettivo in essa contenute. Una fettina di carne sarà più tenera se sarà stato rispettato il giusto tempo di frollatura (ossia di decomposizione naturale delle fibre connettivali che la induriscono), ma anche se sarà stata cotta con il giusto metodo. La carne con poche fibre connettivali (fesa, noce, lombo, filetto, rosa, petto di pollo, lombo di maiale) deve essere cotta a calore secco o vivace per breve tempo, mentre quella con più connettivo (camanello, girello) va usata per l'arrosto al forno, con cottura prolungata ed a media temperatura. I tagli ancora più duri (sottofesa, geretto, scalpo, punta di petto, collo) vanno adoperati per cotture lunghe, umide ed a fuoco moderato, come lo spezzatino, lo stufato, il bollito, il goulash.

La carne è un alimento ricchissimo di proteine rappresentando circa il 20% della sua composizione.
Il contenuto in grassi varia a secondo del tipo:
1-2 % vitello, coniglio, cavallo, bue
5-10 % pollo, tacchino
30 % maiale, oca

I vari metodi di cottura producono una maggiore o minore perdita di grassi con il risultato di rendere la carne più o meno digeribile: tanto maggiore è la percentuale di grassi tanto minore è la digeribilità.
Ecco alcune indicazioni per la sua preparazione
A) Il sistema ideale è la COTTURA ALLO SPIEDO e questo per due motivi:
    1) durante la cottura la carne subisce rapidi cambiamenti di temperatura passando dal fuoco vivo alla zona fredda consentendo  una cottura meno veloce e più omogenea
    2) con questo metodo la carne perde buona parte del suo grasso che viene solo parzialmente sostituito dal grasso aggiunto risultando cosi’ più digeribile.
B) La COTTURA AI FERRI è assimilabile alla cottura allo spiedo .Si consiglia di iniziare la cottura con un calore molto intenso per favorire la coagulazione dalle parti superficiali impedendo la fuoriuscita di liquidi e successivamente diminuire la fiamma per evitare che si formino bruciature superficiali che ,anche se gustose ,risultano poco digeribili.
C) Per GLI ARROSTI consigliamo due tipi di procedimento. Il primo metodo prevede una rosolatura iniziale in olio d’oliva o burro facendo attenzione che il fuoco non sia troppo forte per non essiccare le parti superficiali della carne che cosi’ risulterebbe più dura, meglio ancora se si copre la pentola durante la rosolatura per non disperdere l’umidità .Al termine eliminare l’eccesso di grasso e continuare la cottura al forno bagnando di tanto in tanto la carne con il suo sugo. Si può preparare l’arrosto anche direttamente nel forno : in questo caso assicurarsi che il forno sia ben caldo prima di inserire la carne in modo che la scottatura iniziale delle sue superfici eviti un’eccessiva fuoriuscita di liquidi.
D) Le carni AL VAPORE sono meno digeribili perché perdono poco grasso e ne assumono molto dal condimento. Per questo tipo di cottura si raccomandano carni magre.
E) Le carni FRITTE richiedono tempi di digestione più lunghi. Usare preferibilmente olio d’oliva e carni magre.
NB: salare a fine cottura: il sale richiamerebbe per osmosi i liquidi all’esterno indurendo la carne .